Ciao a tutti e bentornati nella mia “biblioteca”. A furor di popolo, il libro “Longines” di Daria Marozzi e Gianluigi Toselli ha sbaragliato la concorrenza nel sondaggio che vi ho proposto il mese scorso. Ed è con piacere che oggi ve ne parlo. Mi sono preso una lunga pausa di riflessione prima di sedermi alla scrivania e, carta e penna alla mano, procedere con la stesura della recensione. Il motivo? Il libro in questione, pubblicato nel 1990 dalla Giada edizioni, presenta diversi errori, sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista dell’originalità dei componenti. Per tale ragione, per quanto riguarda gli orologi da polso, essendo io abbastanza ignorante in materia, mi sono avvalso delle competenze di Tonino ( Grifisx ) ,che ringrazio pubblicamente per avermi aiutato nella realizzazione di questa recensione, indicandomi le incongruenze più evidenti e madornali. Comunque, non dilunghiamoci oltre e procediamo con la recensione vera e propria.
Nei capitoli introduttivi, gli autori ripercorrono brevemente la storia del marchio di Saint-Imier, soffermandosi sui calibri e modelli più iconici della casa. In particolar modo, interessante il capitolo dedicato agli orologi ad uso militare, focalizzato su quelli adottati dall’aviazione. Il libro è in triplice lingua (italiana, francese e inglese) e presenta foto che spesso occupano la pagina nella sua interezza o in gran parte. Questo è il motivo per cui, nonostante a questi primi capitoli siano dedicate ben 107 pagine, le informazioni sono abbastanza scarne ed essenziali. Nelle pagine successive, fino al temine del libro, è presente una lunga serie di fotografie di orologi sia da polso sia da tasca, in ordine più o meno cronologico. Si parte dai modelli di fine XIX secolo fino ad arrivare a quelli di metà secolo scorso. È proprio in queste pagine che sono presenti la maggior parte delle inaccuratezze cui ho fatto riferimento pocanzi. Vorrei quindi dedicare qualche riga per commentarvele. Per comodità, li divido in gruppi : A) Orologi da polso con lancette non coeve al quadrante : È il caso degli orologi di cui vi allego le foto. Infatti, non avrebbe senso alcuno commercializzare un orologio con i numeri rivestiti in lumen, senza accostargli delle lancette rivestite della medesima sostanza. Allo stesso modo, sono incoerenti le lancette rivestite di lumen del Longines ad anse snodate, che stonano con la linea semplice e pulita del quadrante cui sono accoppiate. B) Orologi da polso con quadrante ristampato : Nei modelli presi in esame, il quadrante è stato probabilmente ristampato. Ovviamente, per fugare ogni dubbio, sarebbe opportuno averli tra le mani. Pertanto le mie considerazioni si limitano a semplici supposizioni. Ad ogni modo, nel modello in oro , si può notare come la scritta “Swiss” si interrompa in prossimità dell’ indice ad ore 6. Nel caso del Longines Weems, invece, le lancette sono coeve, ma è probabile che il quadrante sia stato ristampato ( l’originale dovrebbe avere anche gli indici fosforescenti ) o sostituito. Tuttavia, su quest’ultimo, mi permangono dei dubbi e lascio l’ultima parola a chi, sicuramente, è più ferrato di me in materia. C)Orologio da polso con cassa probabilmente non originale : Anche in questo caso, valgono le stesse premesse fatte pocanzi. Le foto, potrebbero trarre in inganno. Quindi, prendete con le pinze le mie considerazioni. Il suddetto orologio, oltre a presentare gli stessi problemi relativi alle lancette, già citati in precedenza, presenta, a mio avviso, altre stranezze. Infatti, il quadrante sembra storto, molto distante dai bordi della cassa e, in alcuni punti , si intravede quella che potrebbe essere la meccanica. Potrebbero essere solo riflessi di luce, ma senza avere l’orologio tra le mani, allo stesso modo di prima, non è possibile dirlo con certezza. D)Orologi da taschino con erronea attribuzione: In questo caso, mi è venuto in aiuto il mio amico Roberto ( Perseo66 ), che ha confermato i miei dubbi al riguardo. Infatti, gli errori che ho riscontrano riguardano principalmente due orologi ferroviari. Attribuiti erroneamente l’uno alle ferrovie canadesi, l’altro al mercato russo, in realtà, sono stati entrambi prodotti per le ferrovie serbe, ai tempi in cui il regno di Serbia inglobava all’interno dei suoi confini anche Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro e Macedonia. Invece, il terzo orologio, attribuito alle Ferrovie dello Stato, non è in realtà mai stato usato da un ferroviere. Infatti, non presenta il numero di matricola, indice del fatto che non sia mai entrato in servizio.
Questi sono, a mio avviso , gli errori più macroscopici presenti in queste pagine. Se tra i possessori del libro qualcuno dovesse notare delle inaccuratezze che mi sono sfuggite, lo prego di farmelo notare, in modo tale da poter integrare e avere,in tal modo, un quadro il più completo possibile. Dopo tutte queste considerazioni, potreste erroneamente pensare che il mio giudizio sia complessivamente negativo. In realtà, è un libro davvero bello, che apprezzo molto. Presenta numerose chicche, che difficilmente troverete in altri libri, come un button hole in oro marchiato Longines , un modello da taschino con cassa in agata e molti altri. Le inaccuratezze possono essere perdonate se si pensa che il libro è stato pubblicato quasi trent’anni fa, periodo in cui non si dava troppa importanza alla coerenza e all’integrità dei modelli presentati. Come avrete intuito, è più che altro un libro di fotografie, tutte rigorosamente a colori, che , dal punto di vista storico-collezionistico non offre molto al lettore. Il costo di listino era di 250.000 lire ( all’epoca non ero ancora nato, quindi ditemi voi se fosse un prezzo congruo o esagerato ), ma oggi si può facilmente trovare sui 35-40€ ( ma anche a meno, basta avere pazienza ). Personalmente, mi venne regalato nuovo diversi anni fa e, dettaglio curioso, all’interno era presente un piccolo opuscolo ( del quale vi pubblico una foto ) che dava , a spanne, una approssimativa valutazione di ogni orologio pubblicato. Sperando che la recensione vi sia risultata utile e interessante, vi rinnovo l’appunto alla prossima puntata. Grazie per l’attenzione.
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_________________ Van Gogh disse una cosa molto bella : il modo migliore di amare la vita è amare molte cose ( Leo Buscaglia )
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