Salve sono un nuovo forumista. Poiché credo nel significato delle cose (una presentazione non deve essere solo una cosa formale che mi viene imposta) condivido con voi anche l’elaborazione interiore che fa oggi incrociare le nostre esperienze. Posto che possa interessare a qualcuno.
La decisione di registrarmi nasce in concomitanza con la possibilità di dedicarmi alla passione per l’orologio da polso che ho sempre avuto e che ho sempre censurato, vuoi per un motivo vuoi per un altro. Una certa familiarità con orologi rispettabili l’ho sempre avuta grazie a mio nonno materno e anche a mio padre che, a loro modo, avevano una certa competenza come estimatori. Mio nonno che era marinaio e poi tecnico del genio ferrovieri, era partito dai classici “assegnati” e da quelli aveva fatto approfondimento sui calibri zenith e Universal Geneve acquistando, nel tempo, pezzi dell’una e dell’altra casa e curando la conoscenza tecnica. Senza troppa difficoltà era poi diventato abbastanza competente poiché la sua formazione era tecnico-meccanica.
Mio padre, meno competente sul piano tecnico, ha messo su, nel tempo, una bella “collezioncina” di orologi da tasca diventando, con l’esperienza, anche discreto conoscitore delle maison e dei movimenti più importanti e imparando quindi a riconoscere il pezzo valido.
Va da sé che questa passione ti viene trasmessa nell’ età più tenera quando, bambino, subisci la suggestione di queste schiere di orologi luccicanti, grandi, piccini, con la locomotiva a sbalzo, con l’anno di produzione remoto inciso, e facevi domande, e il nonno apriva il fondello dello Zenith e ti mostrava i ruotismi in movimento: “Questo si chiama bariletto, questa è la ruota di scappamento…” “Oooh!”. Sono sensazioni che ti porti per sempre!
Epperò, pur con questa premessa, sono passati tanti anni senza che curassi più questa passione; prima ho dovuto focalizzare tutte le energie e l’attenzione alla conquista del lavoro che desideravo fare (l’insegnante), poi affrontare il precariato, ovvero instabilità sotto ogni aspetto: nomadismo di provincia in provincia e decine di dimore vissute e lasciate, tantissime, al punto che manco me le ricordo più tutte.
Finalmente la stabilità professionale, e poi affettiva, eppure ancora qualche tempo vivendo con l’impronta psicologica dell’ “urgenza”: bisogna pensare a cose più importanti! L’orologio è cosa superflua! In più ci si metteva l’autocensura dettata dalla coscienza vedendo intorno a me tanta crisi e tanti problemi. Pur rendendomi cioè conto che potevo anche assecondare qualche passione mi facevo scrupolo perché erano cose di cui si può fare a meno.
Improvvisamente (e per fortuna aggiungo) ti accorgi che la vita severa che mi ero imposto non paga sempre, anche sul piano affettivo, e qualche concessione che ti concedi ti rende più sereno e migliora anche la relazione con i propri affetti. L’orologio dunque è tornato prepotente a partire da una chiacchierata col solito spaccone che crede di capire tutto perché si può permettere l’acquisto di qualche pezzo noto. Umilmente fai qualche osservazione sui movimenti, credendo che l’interlocutore ne capisca più di te (dal momento che si è orientato su un certo tipo di orologi) ma ti ritrovi a dover spiegare come funziona un orologio. Ti viene quindi naturale porre la domanda: ma perché hai scelto questo orologio? Ti senti rispondere “perché mi piaceva”! Ma questo orologio esprime il suo valore non solo nell’ estetica ma anche, e soprattutto, nel movimento. “ Il che?”, “ Il movimento…la meccanica”. “Ah! Ma io non ci capisco niente, a me piaceva e basta”.
Mi sono allora sentito in dovere di dire: “No, a te non è che piaceva e basta, a te piace perché costa! E se per aberrazione di mercato costasse pure l’orologio di plastica tu lo troveresti bello”. Invece di menarmi lo spaccone ha ammesso e mi ha eletto pure suo consulente nelle successive scelte. Da li in poi tanti approfondimenti che mi hanno ricondotto sulla strada degli orologi e poi al piacere di fare miei quei modelli mitici che ricorrevano nei discorsi di quando eravamo ragazzi, e certi pezzi te li potevi solo sognare.
Un saluto da 13ZN
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