Ciao a tutti, il mio nome è Luca, il primo seme della mia follia risale a quando ero bambino, mio nonno teneva su un tavolino una splendida (almeno per me) pendola parigina, di quelle da notaio, con struttura in marmo nero: lo scappamento Brocot, ben visibile, tra la corona bianca del quadrante decorato coi numeri arabi, dal sapore quasi gotico, e lo strano ponte avvitato, a reggere il perno delle lancette, aveva un potere ipnotico su di me. Passavo lunghi momenti a guardare quel “sole” che ruotava a scatti, e quelle pietre rosso scuro, che ne fermavano la corsa fissate all’àncora oscillante, restavo estasiato dalla bellezza del pendolo, con le giare di mercurio. Il suono dei rintocchi era lieve e delicato, allegro come uno zampillo di acqua freschissima in montagna. Poi un giorno smise di avanzare e di battere i suoi rintocchi, e malgrado i molti interventi, si riprese solo per brevi periodi. Oggi la parigina ha cambiato casa, abita da mia madre, ma rimane ancora silenziosa e triste su una mensola, dopo essere passata dalle mani di altre persone (esperte o no? Non so giudicare) che hanno tentato, inutilmente, di rianimarla. Forse un giorno, non lontanissimo, sarò io a prendermi cura di quel testimone: generazioni di miei antenati l’hanno condotta fino a me, ed io spero di poter raccontare alle mie figlie la storia di coloro che hanno ascoltato i rintocchi della sua campana.
Molti anni dopo, quel seme crescendo, la mia immaginazione è stata nuovamente infiammata nella scoperta di bellissimi oggetti segnatempo in legno. Mi hanno affascinato gli orologi in legno di “Clayton Boyle” e le sculture in movimento di “Organic Escapement”. È nato in me il desiderio di realizzare un orologio in legno. Da quel momento ho iniziato a studiare: ho trovato in rete un libricino molto interessante sul disegno degli scappamenti: “Clock and Watch Escapement Mechanics” di Mark v. Headrick, che mi ha dato i rudimenti per poter disegnare sul CAD una ruota di scappamento ed un’àncora Graham, e da lì un orologio completo (una copia del Simplicity di Clayton Boyle). Nei rarissimi momenti liberi, ho abbozzato le prime fasi di realizzazione di qualche sottosistema (pendolo, sospensione, crocco o comunque si chiami il “crutch”), scontrandomi con mille problemi, primo tra tutti: il laboratorio con l’attrezzatura da falegnameria a 90km di distanza dal luogo in cui abito, e la quasi inaccessibilità nel periodo invernale; secondo, ma non meno drammaticamente influente, il fatto che il mio lavoro mi tiene molte ore fuori casa, anche nei weekend e ho pochissimi giorni di vacanza, quindi ho tempo per applicarmi all’aspetto teorico, ma quello pratico (che nel campo dell’orologeria rappresenta una componente di assoluta importanza) lascia molto a desiderare. Nonostante tutto, il sogno non muore, e la volontà di realizzare, in qualche modo, quel mio oggetto, è incrollabile.
Per riempire le lunghe attese, la mia continua ricerca mi ha poi portato a scoprire i favolosi libri di Donald De Carle, nelle loro versioni in inglese: mi sono divorato “Practical Clock Repairing”, che mi ha aperto un mondo! Forse l’unico problema è la terminologia, che necessariamente ho acquisito in inglese. Ora ho iniziato a leggere “Practical Watch Adjusting and Springing”. Preso da un “sacro fuoco” (la follia ha davvero iniziato ad avere il sopravvento) ho incominciato, a disassemblare e riassemblare svegliette, pendolacce made in china e rottami di orologi regalatimi da un mio caro amico, ora trasferito in veneto, che ne aveva a chili. Ovviamente non ho toccato, per atavico rispetto, gli orologi da tasca che a mio padre sono confluiti, da generazioni di antenati. Sebbene di scarso valore, provo per loro quel senso di “gioielli di famiglia”; li affronterò solo quando sarò in grado di limitare i danni.
Finalmente poi i miei vagabondaggi mi hanno portato ad incontrare Orologiko. Come alcuni dei migliori passi di avvicinamento a questa mia (nostra) incredibile passione, è stato un salto quantico! Ho capito che pure da non professionisti (anzi, proprio perché non professionisti, e quindi, non sottoposti alle logiche di mercato che ti obbligano necessariamente a fare solo ciò che è economicamente vantaggioso), si possono fare interventi di altissima qualità.
Ho letto con estremo interesse alcuni dei thread sul vostro forum, e ho trovato tra i curatori, i senior forumists, le eminenze persone di grande esperienza, pazienza e soprattutto passione, capaci davvero di prendere per mano in modo discreto ma autorevole coloro che, con curiosità, umiltà, ma anche determinazione, vorrebbero percorrere i loro primi passi in questo mondo fantastico, e allo stesso tempo capaci anche di dare informazioni precise e ottimi riferimenti a coloro che già da tempo si muovono per hobby e passione, nel campo dell’orologeria. Orologiko mi ha dato davvero l’idea di essere una comunità in cui l’esperienza condivisa rappresenta la ricchezza e la crescita di tutti coloro che ne fanno parte, seriamente ed onestamente. Perché il sapere tenuto in un cassetto è sterile, mentre il sapere condiviso con le altre persone arricchisce il mondo intero e fa crescere sia gli allievi, sia il maestro. Tutto ciò ha stimolato enormemente la mia curiosità e la mia voglia di bussare alla porta di questa comunità. Spero di essere all’altezza e poter contribuire in qualche modo alla sua crescita.
Forse ho già un po’ esagerato col “mi presento”. Comunque, a chi è riuscito ad andare oltre il terzo paragrafo, giuro che sugli argomenti tecnici so essere più sintetico.
Concludo con le mie preferenze: amo tutto ciò che segna il tempo da più tempo di me; tollero i quarzi e le pile, ma preferisco lasciarli alle mie figlie, trovo molto più poetico che il movimento sia generato da una forza puramente meccanica, stimolante doversi ricordare di caricare una molla o sollevare un peso per dare continuità allo scorrere del tempo. Il ticchettare di un orologio è il segno della sua vita, la suoneria è il suo canto; un orologio fermo è come un organismo morto, quindi amo veder muovere le lancette di un orologio, ma non sono ossessionato dalla precisione e dall’esattezza di un segnatempo, mi affascina molto di più la leggerezza del disegno delle sfere, il cesello di una cassa o lo stile di un quadrante.
P.S. amo più di ogni segnatempo, le mie due figlie che segnano, senza bisogno di carica, e con immensa allegria, il mio tempo, più di ogni altro segnatempo.
_________________ Non voglio una cura alla mia follia, cerco compagni di viaggio con cui condividerla. Luca
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